Sulle orme dei grandi Maestri
Per 15 giorni immersi nell’atmosfera degli ashram di Rishikesh a diretto contatto con gli eredi dei maestri del più autentico yoga tradizionale. È questa l’esperienza che ha fatto il gruppo di 65 pellegrini – accompagnati da Antonietta Rozzi, presidente di Sarva Yoga International, e dal presidente federale Eros Selvanizza – che si è recato in India per il secondo congresso mondiale di Sarva Yoga dal 23 al 28 febbraio scorso. Così Selvanizza ripercorre le principali tappe del pellegrinaggio interiore sulle orme dei grandi maestri.
Lo scopo del viaggio era di far fare ai partecipanti un’esperienza diretta della vita degli ashram e della tradizione spirituale che rappresentano: anche due anni fa c’erano maestri di alto rango ma il congresso di Assisi aveva più un taglio di conferenza, mentre a Rishikesh abbiamo sperimentato un’immersione reale negli ashram e nella vita che fanno questi personaggi. È stata un’occasione particolarmente significativa per sviluppare il viveka, la discriminazione, facendo assaporare la vita di differenti ashram e cogliere le differenze fra i diversi cammini evolutivi sul posto. Saper cogliere le differenze è il grande obiettivo di Patanjali, che vuole sconfiggere il male ontologico del mondo, l’ignoranza, attraverso la discriminazione per imparare a cogliere i difetti spirituali, “gradini” che invece di essere ostacolo sono momento di crescita interiore.
Il primo giorno
A Delhi abbiamo preso parte alla cerimonia in onore del Mahatma Gandhi con l’intervento di Tara Gandhi. La nipote del Mahatma ci ha accolto in maniera assolutamente fraterna e personale: dopo averci fatto visitare la casa del Mahatma e il piccolo museo adiacente all’abitazione, ci ha onorato della partecipazione alla commemorazione dell’evento più sublime della sua vita, il suo martirio: ognuno di noi ha offerto dei fiori in segno di riconoscenza proprio nel posto in cui è stato ucciso. Dopo la cerimonia, inaspettatamente Tara ha voluto offrirci il pranzo e prima ancora uno spettacolo musicale di bhajan, canti devozionali che elevano la coscienza.
Il secondo giorno
Abbiamo visitato il Morarji Desai National Institute of Yoga di New Delhi, che ha organizzato il National Yoga Week, una manifestazione per la diffusione dello yoga alla quale erano invitati due studenti in rappresentanza di ogni università dell’India. Siamo stati accolti con ospitalità straordinaria dal ministro dell’Istruzione e abbiamo visitato il grande complesso che prende in esame anche alcune patologie trattate con lo yoga. Data la sua importanza nel campo della ricerca e della formazione, il direttore di questa istituzione verrà in Italia a giugno per tenere un corso di perfezionamento valido come attività di aggiornamento ai fini dell’Albo federale.
Nei tre grandi ashram di Rishikesh
Ci siamo poi trasferiti a Rishikesh, dove abbiamo preso parte allo speciale programma concordato con tre grandi ashram della tradizione yoga: la Divine Life Society, il Parmarth Niketan e lo Swami Rama Sadhaka Gram. Il gruppo è stato suddiviso in tre parti nei tre ashram e il programma è proseguito con manifestazioni, conferenze, lezioni e satsang di due giorni in ogni ashram intervallati dalla partecipazione al Kumbha Mela, il grande raduno di milioni di pellegrini e devoti che si è svolto a Haridwar. C’è stato lo straordinario fuori programma di un satsang di due ore con il novantacinquenne Vijayananda, che ha vissuto 32 anni con Ananda Moyi Ma: è stato iniziato all’ordine degli Swami e ha proseguito il suo cammino per anni in totale solitudine nelle montagne. Visto che comunque, data la sua forza spirituale, iniziava a essere troppo conosciuto, ha preferito rifugiarsi a Kankan, una frazione di Haridwar, dove c’è la tomba di Ananda Moyi Ma e dove ci sono devoti che vengono a tutte le ore del giorno.
Inaugurata la sede di Sarva Yoga
Abbiamo poi preso parte alla cerimonia di inaugurazione della sede di Sarva Yoga International con la diretta partecipazione di Swami Chidanand nella nuova sezione del Parmarth ashram, a picco sul Gange alcuni chilometri prima di entrare a Rishikesh. In questo ashram abbiamo avuto l’onore di essere i primi ospiti della nuova Meditation Hall, una stupenda sala vetrata per le pratiche yogiche dalla quale si vede il Gange e la giungla: abbiamo inaugurato questa sala contando il Gayatri e altri mantra con Mataji, la swamini insegnante di canto vedico.
La Divine Life Society
Alla Divine Life Society il nostro gruppo è stato accolto dal presidente, Swami Vimalananda, e dal segretario generale Swami Padmanabananda, il quale ha tenuto per noi diverse conferenze proprio nella sala del mahasamadhi di Sivananda, il luogo più sacro dell’ashram, sottolineando l’importante funzione di Sarva Yoga, di cui è stato primo firmatario del Protocollo poi siglato dai principali direttori dei vari ashram della tradizione yogica di tutta l’India. Anche Swami Chidanand del Parmath ashram ha espresso grande apprezzamento per la funzione di Sarva Yoga e, oltre averci donato una stanza che è divenuta la sede ufficiale di Sarva Yoga in India, ha voluto onorarci chiedendo di alzarsi per presentarci mentre ci trovavamo sulla gradinata dell’enorme statua di Shiva che si affaccia sul Gange, dove si radunano centinaia di fedeli in occasione del grande aarthi serale.
Il Kumbha Mela
Al Kumbha Mela, infine, abbiamo visitato dall’interno il campo dei naga, i rinuncianti senza vestiti, che si preparavano a fare il bagno rituale nel Gange: abbiamo camminato in mezzo a loro e al campo di tende colorate.
Rientrato dal viaggio, ho raccolto le prime testimonianze dei partecipanti che evidenziano la straordinaria esperienza di un viaggio così denso di esperienze interiori oltre che delle inevitabili – e perche no? – capatine nei numerosi negozietti di Rishikesh che offrono dagli incensi ai mala ai libri specializzati sullo yoga e grandi varietà di gioielli; mi piace pensare che ciò sia l’esteriore richiamo alla tenace ricerca del sublime eterno Gioiello interiore.